Salve a tutti. Siamo un gruppo di ragazzi della provincia scaligera. Obbiettivo dichiarato della nostra vita: esprimere i nostri voleri più profondi. Come avrete di certo intuito dal titolo di questo blog, non parleremo di politica, tantomeno dei nosti banali/fantastici pensieri di ragazzi di periferia.
Sarà con nostro immenso piacere e libidine, introdurvi nel fantastico – oltre che undergrond (che fa molto figo) – mondo delle pizzerie al taglio. Sì, avete capito bene, proprio quel cubicolo di un paio di metri quadrati, dove andate di corsa all’ultimo momento per salvare la cenetta galante che avete dato a casa vostra. Quando vi si è bruciato tutto, onde non far brutta figura; anche se sapete per certo che un quadrato di pizza, non è proprio l’aspettativa migliore per una ragazza in sottoveste di seta. E una goccia di prufumo sotto…
Eccovi la storia che ci ha portato sino qui:
Girovagamo senza meta per i bassifondi della nostra città alla ricerca di un locale in cui, alle sei del pomeriggio, potessimo chiedere ristoro senza che ci ridessero in faccia. Dapprima il solito pub – ovviamente chiuso -, poi una pizzeria all’angolo di due strade trafficatissime – chiusa pure questa -; infine, stanchi e sfiduciati – oltre che frastornati dai roboanti brontolii provenienti dai nostri capienti stomaci -, fu solo per l’innato fiuto per il cibo, che riuscimmo a trascinarci di fronte ad un luogo inaspettato. Una pizzeria al taglio stranissima; semisepolta sotto il marciapiede appena rifatto, illuminata malamente da una irrisoria illuminazione esterna blu elettrico.Oltre la soglia una riproduzione in scala ridotta Little Italy. I santini additavano burberi, l’immancabile presepio dei personaggi politici, più riproduzioni della statua della libertà (scala 1:10000) , gli gnomi da giardino, un bel Happy Halloween a ghirlanda e una banconota da venti dollari appiccicata all’interno del bancone! Intimoriti dalle oscure presenze che sembravano fissare e giudicare ogni avventore, ordinammo giudiziosi il nostro bravo trancio di pizza.
Venne preparata con modalità giudiziosamente anti-igienica: mani nude, dure e provate da quarantanni di lavoro, recavano seco covoni di prosciutto, mucchi di olive sottolio, fioccate di funghi porcini. Pagata una somma irrisoria, aspettato quel che servì perchè la mozzarella diventasse candido magma, affrontammo con spirito di abnegazione, sprezzanti del pericolo, la mattonella incandescente che la tracagnotta signora ci sbattè sul tavolino piegevole ivi predisposto.
Quale delizia nel assporare la fragranza leggera della pasta, sposata alla perfezione col salamino piccante, ancora grondante di olio ben fatto! E con quale ingordigia le fauci divorarono un piatto che, vedendolo preparato, non avremmo dato un becco di quattrino!
A quel punto, tra gli influssi inebrianti dell’ultimo boccone e le ascelle puzzolenti degli avventori che si stavano accalcando attorno, ci guardammo negli occhi e capimmo che cosa avremmo fatto. E il dado fu tratto.
La storia insegna che le grandi scoperte sono state fatte sì da grandi personaggi, ma principalmente e soprattutto da persone che hanno saputo prendere dei grossi rischi per una giusta causa.
Il rischio che intendiamo affrontare per il bene dell’umanità, è di entrare in ogni pizzeria al taglio ci capiti nel mirino rischiando fegato, stomaco e bizzeffe di fastidiosissimi foruncoli giallognoli, solamente per dare a tutti voi un giudizio quanto mai oggettivo dell’attività in questione.
Per il bene dell’umanità. Sempre.